giovedì 22 novembre 2012

RACCONTI URBANI
Oggi ho avuto modo di parlare con una signora di una certa età. E' stato un incontro casuale, inatteso. Come ha detto lei "le ho dato un passaggio in ascensore", aspettava arrivasse qualcuno per salirvi, da sola non le piace, ha paura. Siamo scesi allo stesso piano e ci siamo ritrovati nella stessa sala d'attesa. Abbiamo ingannato il tempo raccontandoci delle cose. Mi è sempre piaciuto chiaccherare con le persone anziane, era tanto tempo che non lo facevo, si imparano tante cose, si ascoltano racconti, si guardano i visi segnati dalle rughe , si guardano le mani che fanno piccoli gesti per dare più corpo a quello che dice la voce. Questa signora mi ha raccontato della sua vita di fatica, ha sempre svolto un lavoro molto pesante, il bovaro. Si occupava insieme al marito del nutrimento, della pulizia e della mungitura dei capi di bestiame nelle stalle. Un lavoro faticoso, duro, senza sosta, nemmeno nelle feste. Le mani segnate dal tempo e dalla fatica. Non c'era freddo, non c'era caldo, nè umidità nè zanzare che potevano fermare il lavoro.
La mia terra è prevalentemente agricola ma ormai sono poche le persone che svolgono lavori di fatica. La mia terra è umidità e zanzare eppure quando percorro stradine strettissime fiancheggiate da fossi e vedo intorno a me campi e prati verdi e brillanti in estate, celati dalla nebbia in autunno e bianchi di ghiaccio in inverno, sento dentro di me una certa nostalgia che credo assomigli a un amore poetico e profondo per la mia terra. Anche in questa signora l'ho avvertito. L'ho immaginata nelle stalle con gli stivaloni di gomma, il fazzoletto in testa e il cappello di paglia. Il forcone per togliere il fieno e i bidoni del latte da riempire. La sera intorno al tavolo stanchi ed affamati, poche cose da sbrigare e poi a letto a dormire, alle quattro del mattino ci si deve alzare. La domenica la sfoglia fatta in casa e l'odore del brodo di carne che bolle. Poi di nuovo lavoro e i bambini che crescono correndo liberi nei campi di grano o nei vigneti. I bambini, l'unico rimpianto di questa signora è proprio d'essere stata poco coi propri figli, sì erano lì a giocare nel cortile ma lei era sempre impegnata. Una vita improntata sul lavoro, la fatica, il risparmio per il futuro dei figli. Quei figli che raccolgono i frutti della fatica dei genitori, quei figli che rispettano perchè hanno visto la serietà e la voglia di lavorare duramente. Ci salutiamo augurandoci buona fortuna. Racconti emiliani

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