giovedì 29 novembre 2012

L'eleganza, ma che roba è ???


Una volta si diceva che chi vestiva alla moda era elegante. Una signora elegante, fino a pochi anni fa, la beccavi a colpo d'occhio: un bel tailleur, poche griffe e molto fairplay, modi di fare urbani e soprattutto una certa sobria riservatezza. Una volta si diceva che "una vera signora non veste mai all'ultima moda, ma sempre alla penultima". Come a dire: seguire le mode non è trendy. Ma oggi? Difficile individuare i canoni dell'eleganza in un Paese che annovera tra i suoi master elegantiarum stilisti e eroi della tv che sembrano narcotrafficanti o maîtresse, killer usciti da un film di Tarantino o ragazze de borgata. D'altronde, si sa, la moda si allinea ai comportamenti. E oggi, per essere eleganti, occorre arroganza, disprezzo degli altri, spregiudicatezza e anche una buona dose di volgarità. Entrate in un ristorante, parlate forte dopo avere parcheggiato il vostro suv (nero, possibilmente: più assomiglia a un carro-funebre e meglio è) in doppia fila, lasciate la porta del locale spalancata e mostratevi incuranti degli altri. Stressate il cameriere. Mandate indietro il vino anche se è buono. Desterete subito invidia e ammirazione, molti registreranno i vostri comportamenti per imitarvi.
A giudicare da come questi comportamenti si stanno diffondendo, possiamo veramente apprezzare l'affermarsi di un nuovo lifestyle: il buzzurro è chic. Ma allora, le vere signore, dove sono finite? Ebbene, vi stupirà sentire che anche molte di loro si sono convertite al new deal. Noi di Genova, che una volta dicevano essere la città più elegante d'Italia, la più english, la più classy, siamo scioccati. Allora ammiravamo le signore di Castelletto che erano davvero splendide con il loro incedere senza tracotanza, con poco trucco, scarpe basse, indumenti belli, duraturi e poco chiassosi, capelli legati, niente coiffeur… erano un riferimento per tutti. Il loro essere educatamente altoborghesi imponeva anche la lettura di un quotidiano: in genere il Giornale di Montanelli. Talvolta il Sole 24 ore. Il Corriere no, troppo meneghino. Faceva molto chic quel quotidiano che occhieggiava da una bella borsa alla cacciatora di cuoio grasso. Ma i tempi cambiano: oggi molte signore sull'ascensore di Castelletto leggono Libero, estraendolo da un'orrenda sacca di plastica griffata del costo di 650 euro. Ne ho vista una che leggeva a bassa voce, sussurrando con le sua labbra botuliniche il verbo della nuova eleganza. 

partigiano reggiano

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