lunedì 31 dicembre 2012

s@N sILVIOSTRO tUTTO L' aN[n]O ...eD oLTRE

Modena 31 dicembre ...da sempre

Facciamola finita una volta per tutte !!!
Festa popolare , Sabba dell'Innaturale svecchiamento del proprio ed intimo preservare. Organolettico annusare di nuovi gusti abbonati al Tantrico Legume della feconda abbondanza,nel volerne scongiurare i grassi abusivi e comandati .
Sacrificio Definito al Definirsi,Felici per Dovere...
dove la forza diviene speranza nel sopportare gli attori , e noi abominevoli interpreti.
Festeggiamo ancora una volta tutti insieme l'Italico Suino dalle plastiche fattezze , sopportandone le sue colesteroliche controindicazioni , sparando nel cielo della speranza gli ultimi botti dell'ignobile Artificio.
Diamo fuoco alle Polveri , lui è risorto all'alba del nuovo anno per segnarne le ultime tavole dei nuovi messiatici comandamenti .
Grilli Parlanti dal grigio pelo e dalla demagogica coscienza,cantano nel freddo di quest'inverno di transizione , sentendosi già alla loro ultima Primavera .
W l' Italia del qualunque e comunque , delle vicende demandate all'ipocrisia della storia e di una retorica fatta a fumetti, casistica imperfetta nell'ordinata ricostruzione plastica del Porta a Porta nazionale , salotto buono della subdola irriverenza al comune intelletto.
Sordido divenne ahimè il nuovo sperare , semmai c'è ne fosse stato armonico bisogno di redigerne nuovo ed inebriante inno all'ignoranza evolutiva della Classe Regnante .
In alto i calici , coagulo plasmeo fatto di carni sfatte e tolte dall'onore della fatica , irriverente arrivederci congelandone il diritto di Pensiero e Azione.
Ancora una volta e tutto di un fiato ne ingoiò lo spumeggiante e sapido nettare della sconfitta ...
Cin Cin bella gente fino in fondo...domani mattina ancora una volta scenderemo per strada a pulirne i resti di questa interminabile Notte Italiana.

partigiano reggiano





lunedì 24 dicembre 2012

iO @ nATALE pR€GO cHE ...

È anche quest'anno arriva il Natale , quello in cui il buonismo impera nell'intero ed inabile rito dell'ipocrisia,mediata dal barluccichio di ninnoli e consumistici feticci .
Diventa ipocrito tutto persino il post che sto scrivendo qui sopra recinto multimediale dove arginiamo le nostre speranze e ne sfoghiamo le melanconiche insofferenze ... Si ipocrita diventa,di fronte all'albero illuminato e da gli echi di logistiche regalizie ancora in via di definizione .
Io rimango qui ...nel sentirsi partecipe di questa scellerata depravazione pagana che di alchemiche pietre ne basa i suoi principi.
Mogli,Madri ed Appendici Genitoriali in fibrillazione pre Avvento la dove,al di la del sacro se ne assurge e venera solo il profano...l'vento.
E fuori ??? È tutto fottutissimamente uguale, dove nulla cambia se non l'aumentare della Nausea Sociale , dove ancora ieri si è dovuto assistere all'ennesima psico-performance dell'Uomo di Gomma.
Dove ancora questa mattina ho visto una signora anziana, banchettare dal Self-Service dell'Urbano Pattume , dove al di la dei recinti dell'Africa Finta delle Oasi Cintate dai nuovi Coloni ed Invadenti delatori della Bella Vita ,esiste la Reale Realtà della siccità morale dell'Essere Uomo in una Terra tanto sterminata quanto la parola Sopravvivere .
Nucleari Spettri gonfi di rabbia rimbombano negli emisferi conosciuti e ne causano effetti di minacciose speranze di rivalsa del nulla.
Dove aumentano le Guerre fatte dall'uomo e vinte dal Denaro , dove ci si inventa nuove Fedi , dove l'Essere padre , madre e figlio è addivenuta perdita di identità se non demografica selezione.
Dove tutto è dannatamente ovvio e non so nemmeno io, perché ve/me lo sto ripetendo anche qui sopra o forse lo so ... perché è sempre la fottutissima ipocrisia che mi porta a cercare di magnificare e pensare di erigermi paladino del niente,se non dell'accomunarmi ed auto censirmi sul Pianeta degli Stronzi .
Sono stanco ed incazzato ,bestemmio il mio dissenso rinnegandone la mia credenza che mi riporta a confermarne la comunque esistenza di un sentimento ...chiamato odio,in quanto credere enon ignorare. 
Voglio imparare a non odiare ...solo così avrò annientato il mio nemico...me stesso.
Ne avrò , così spento il coesistere,riducendolo ad un volumetrico spazio fatto dell'Esserci o non Esserci.

Che si dia inizio alla festa ...


partigiano reggiano


giovedì 20 dicembre 2012

iO s@RØ SE TU sARAĪ

Mi discosto ogni volta dalla figura di tuo padre
credendo di volerne essere coscienzioso ed abdicante mestierante
Lo diventai quella notte in cui il tuo digrignar la tua piccola faccia , si affacciava dal davanzale della vita del grembo di tua madre , già Venere sul piede di guerra...
Donna ...esclamante editto di un arrivo tanto annunciato, fiocco di un colore ...chissà perché roseo in quanto fattosi di plasmeo pantone.
Gloria in alto alla volta della vita e sia fatta grazia a chi benedice la tua venuta...
Sulfurea diventa l'agognante ascesa alla tua giovenca cavalcata , mentre ti guardo dalla mia veglia cosmica e sognante...guardiano delle carni
Qualcuno mi chiamò rinnegandone la mia prematura presenza ed esclamandone il paterno dissenso,dovendomi cimentare in organica battaglia
Quante volte mi sono chiesto di dovermi distaccare dalla carcassa che mi apparteneva
esserti li anacronisticamente assieme
Posiziono le mie braccia in ergonomico paravento per farti cassa e naturale asilo della tua incubante forgiatura di femmina generata dal mio ego
Innamorato pazzo di me e di quello che ho saputo fare e non fare credendomi maestro di incoerenti lezioni di memoria
Io sono qui al di sopra del carnico involucro terrestre ,vegliante antropologo dell'amore che verso in te coppa d'ambra della mia vita ...
A te figlia mia d'esservi stato dedico la mia eternità


partigiano reggiano



















mercoledì 19 dicembre 2012

mIM...eTICO aLLA lUCE dEGLI aLTRI

Voglio per un attimo mimetizzare il mio cervello ,che divenne massa cerebrale nel culmine di denutrire carne da macello nella società che mi addiviene .
Incombente ed estremo,
termico avvenire,
sublime flagello multimediale ,assuefattosi degli ormonali ed inconsueti eventi che sovvengono alla bramosia dell'uomo .
Nutria lacustre ed aggirante in nebbiose silfidi, fatte di malelingue geo locali che inveiscono su di un prossimo , prodigo di nuove ed edulcorate menti,
pregne di nuove frontiere del conoscere e riconoscere...
Sentimenti dello scandire , orologi biologici che contano...
facenti lancette di alabastro rintoccano i segni dell'inutile inganno temporale, siamo essere e non essere di una tragicomica avventura.
Fumetti ,cronache sbiadite di anemiche sceneggiature .
Aiutarmi a nascondersi diventa cosa improba nelle praterie del vuoto , sassi di memoria mi riportano a tracciare il mio rabdomantico destino ,segnato da uno stato dell'essere la dove non sono mai stato .
È così mi invento paradogmi del domani che mai sarà quello che mai si vorrà , ululanti e fradici insanì canili , recinti di ruggine colante , dove ci si muove in branchi di persone sole .
Grido con la voce dell'insulso la mia nausea per il pasto che la mensa della strada mi offre , maleodorante derrata di un proletario ed onorato desco .
Mimetico fantastico colorarsi di camaleontiche fattezze di realtà virtuale .
Sono stanco Compagno mio , ti cedo l'arma ancora carica di un unico proiettile che alla fine dei giochi...non è stato mai sparato .
Bang !!!

partigiano reggiano


martedì 18 dicembre 2012

lA mADAMA E lA sUPERBA...°°°\/°°°

Se ne avverte la presenza 
dell'insipida e languida padrona di casa 
Carma e Cosmo defraudato delle proprie vestigia
Sinefatto e Caucasico proliferare di danzatrici dal ventre aureo 
Dobro Argentato suona nell'eco dell'invasione di terre 
lasciate vinte dal sale
Esseri viventi che in movimenti sedimentati 
da uno stolto stuolo di gabbiani alla deriva 
lasciano sulla banchina di un freddo porto , 
l'odore acre delle mancine e delle tele catramate 
che colorano l'antico rito della fatica perduta
Lotte...
dove la Classe ne previene la Vittoria Sempre 
erigendosi solenne alla volta 
del sentirsi uniti e vivi.
Coito e Rigurgito dagli acidi e fluttuanti fetori , miasmi di menzogna attaccano l'ingenua forza dell'onestà 
ribadendone l'assurda e e decapitata memoria
lasciando disegnata anatomica salma sull'asfalto infuocato 
nemmeno l'irrorante foga dell'estintore ne soffoca l'assurda parola...
fine 

partigiano reggiano


[Im]pOSSIBLE LIVING...eSPLORATORE uRBANO eT sOLITARIO


Piscine nascoste tra i palazzi, ville dimenticate nella provincia, caserme militari vuote, ospedali e cinema chiusi: edifici abbandonati e ormai in rovina, spesso noti solo agli abitanti del luogo. Nel mio girovagare cerco di raccogliere le foto e le segnalazioni di queste costruzioni sparse per il paese, con l'obiettivo di sensibilizzarne al recupero le persone e le istituzioni, perchè il così arido gesto dell'abbandono, non trasmuti gli effetti collaterali in nuove genie di assoluta fragilità demografica,dalle irreparabili complicazioni ed effetti. 


Ragionare attorno al tema di quando l’abbandono dello spazio costruito, organizzato e vissuto dall’uomo abbia assunto un significato negativo di perdita irrimediabile di una delle dimensioni più intime e vitali dell’uomo, quella dell’insediarsi e abitare, pone alcune questioni di fondo per chi si occupa di territorio. Infatti temi fondamentali quali l’insediamento, il popolamento, il paesaggio costituiscono alcuni aspetti portanti del rapporto uomo e territorio che possono essere indagati dal punto di vista della mobilità, alla quale è strettamente legato anche l’abbandono.

E l’abbandono, in questa nuova dimensione, si fa strada. Un abbandono diverso a seconda del senso e del contenuto del luogo stesso: un’area industriale degradata e dismessa, un centro montano in alta quota, un villaggio dell’area siccitosa sub sahariana, un pascolo ed un terrazzamento, un villaggio di minatori. Sensi e significati diversi…
Non c’è più in questi abbandoni la dimensione positiva del processo innovativo; domina piuttosto quella negativa del senso di perdita, di degrado e talvolta di morte. I luoghi abbandonati diventano paesi fantasma, senza anima e vita, in un intreccio strano e affascinante di morte, ma anche (se la prospettiva, ad esempio degli spazi naturali, è quella della rinaturalizzazione), di un senso ambiguo e mitizzato di rinascita o di ripresa. Per l’uomo contemporaneo, efficiente, economicamente evoluto, immerso più o meno consapevolmente nel mondo della comunicazione e dell’immagine è faticoso fare sua l’idea di questi abbandoni, e così li respinge, li allontana. Anche il paesaggio, il luogo, l’abitare devono corrispondere a canoni ben precisi, tipici di una società ormai  globalizzata e legata ad un senso dei luoghi standardizzato e formulato sulle basi di un consumismo effimero e sulla mancanza di identità, memoria storica e spazialità condivise. 
Così nel nostro immaginario quotidiano si è fatta strada una geografia degli spazi dell’abbandono, del non ritorno, del degrado. Spazi e luoghi legati e connessi ad alcune aree geografiche talvolta ben definite, altre volte più sfumate e generiche dove le situazioni di abbandono convivono con situazioni di forte radicamento e presenza: in ambito urbano i quartieri abbandonati, le zone industriali dismesse, i centri storici vuoti e deserti; a scala più ampia i centri, i paesi, le valli, le regioni del greve abbandono e dello spopolamento.
 Al di la del vuoto però, in Italia vi è una situazione inedita, per ora puntiforme, quasi silenziosa e nascosta, che vede uomini, donne, bambini provenienti da India, Marocco, Albania, Bangladesh, Cina, Ghana e da tanti altri paesi occupare non solo gli spazi, ma anche le attività e i saperi dimenticati dalle popolazioni locali e ripopolare lentamente casolari, abitazioni, centri e località segnate dall’abbandono. Questi spazi si fanno quindi laboratorio di culture, scambi, contraddizioni, dai quali potranno nascere soluzioni nuove, che integrino processi di valorizzazione di ambienti, di saperi antichi e recenti, ma anche diversi, per dare una nuova fiducia a chi ha deciso che vivere nei luoghi posti ai margini, nel senso più dilatato del termine, non solo è possibile, ma può anche diventare scelta consapevole e attivare nuovi processi di organizzazione e costruzione dello spazio vissuto.

partigiano reggiano

uLTIME sUL fINIRE...uRBANA Tv uN’eMITTENTE d@ fAVELA iNTERVISTA a jUAN cRUZ, dIRETTORE dELLA tELEVISIONE dELLA bARACCOPOLI vILLA 31


È l’una di pomeriggio e Buenos Aires è in piena prova generale d’apocalisse: al porto, un incidente chimico con un container di diserbante ha portato all’evacquazione di tutto il centro finanziario, mentre, nei quartieri nord la pioggia ha trasformato le strade in fiumi e le utilitarie se ne vanno sole dal parcheggio. Intanto, nella baraccopoli Villa 31, a circa 500 metri dal container in suppurazione, tutto è tranquillo. Due uomini mandano avanti una minuscola televisione che irrora la sua placida programmazione su tutto quel disordine di casupole di mattoni bagnate e zitte.
Che film state passando, Juan?
«Prince of Persia».
È pirata?
«Ovvio».
Juan Cruz ha 56 anni. Urbana TV, il canale televisivo che ha fondato, ha un solo studio, ma una delle pareti è blu, mentre l’altra è arancione, così se giri le telecamere sembra che siano due studi diversi.
Come ti è venuto in mente di fare una TV?
«Io volevo solo distribuire il segnale della TV via cavo nella villa, allora ho presentato richiesta a Multicanal (la pay per view di Clarin), ma non ci volevano dare ascolto. Sono passati quasi 4 anni, con i miei soci avevamo già in mano la denuncia alla Difesa del Popolo. Ci sentivamo discriminati, tutta la città aveva la TV via cavo, meno noi. Poi ci hanno chiamato. Ci hanno ricevuto due importanti manager. La proposta gli era piaciuta e abbiamo iniziato a vendere il segnale nella villa. Di lì a poco però le cose sono cambiate: si sono accorti che l’affare era buono e hanno voluto cambiare le carte in tavola, darci meno soldi, così li ho salutati».
E poi?
«E poi abbiamo continuato per conto nostro, con la cooperativa che ho con altri 4 soci».
Ma il segnale lo continuate a prendere da Multicanal?
«Si, siamo allacciati. Col passare degli anni, poi, ci è venuta l’idea di fare una TV in chiaro. Volevamo fare qualcosa di utile al quartiere, non intendevamo guadagnarci sopra».
Che anno era?
«Il 2009. Poco a poco abbiamo iniziato a comprare gli apparecchi. Le antenne, il mixer. Qualcuno ha portato una televisione, un computer, le luci».
Ma eravate militanti politici o semplici privati?
«Io sono sempre stato militante politico».
Di che partito?
«Peronista. Mio padre era peronista, sentiva che Peron ed Evita avevano fatto molto per aiutare la famiglia e io sento lo stesso per Nestor Kirchner e Cristina (attuale presidente)»
E la TV, che programmi trasmette?
«Musica alla mattina, notizie a mezzogiorno e all’ora di cena, cartoni animati nel pomeriggio e film la sera».
Ma i cartoni e i film da dove li prendete?
«Sono in DVD o dalla pay per view»
Cioè, nella villa vedete i film in anteprima rispetto al resto del paese?
«Si,si (ride) esatto».
Avete anche dei programmi propri?
«Si, dei servizi sull’urbanizzazione della villa. Comizi politici. Trasmettiano la messa, due ore dopo la funzione. Ci sono molte signore che vorrebbero andare, ma non riescono perche le viuzze sono tutte sconnesse».
Ci sono anche molte chiese evangeliche.
«Si, trasmettiamo anche le loro funzioni».
E il calcio? C’è un campionato nella villa.
«Mandiamo le partite dei piccoli, ma poca roba».
Quante squadre ci sono nel campionato dei grandi?
«34 nel campionato che giocano in piazza».
Perchè le loro partite non le trasmettete?
«Eh, c’è un problema con le scommesse».
C’è un giro di scomesse?
«Si,si, tutto si mantiene con le scommesse e non vogliono che filmiamo».
Fino a che distanza tirate con Urbana??
«Arriviamo fino a San Telmo, saranno 2,5/3 km, ma siamo dentro una conca e non è facile».
Comunque alla Casa Rosada ci arrivate..
«Si, andiamo anche oltre».
E avete idea di quanti ascoltatori vi seguano?
«Guarda, con la cooperativa della Tv via cavo abbiamo 1.000 abbonati, poi ci sono almeno 2000 allacciamenti illegali, quindi, siamo a 3.000. Quelli che ci vedono in chiaro credo che siano altrettanti, quindi in tutto saranno 6 mila ascoltatori».
E quanto riuscite a guadagnarci?
«Niente, neanche un soldo. È tutto per passione».
Usate la coop del via cavo per finanziarvi l’infrastruttura?
«Si, esatto, ma Urbana non genera movimento».
Avete provato a vendere qualche spazio pubblicitario?
Si, ma le istituzioni ci danno gli spot ma non pagano lo spazio, mentre i negozianti della villa non credono che gli convenga fare pubblicità.
Da quando hai creato Urbana TV, è cambiata la tua immagine nella Villa? Sei diventato una figura rispettata?
No, a dire il vero è successo il contrario, molti mi invidiano perchè credono che io sia diventato ricco, ma qui non ci guadagnamo niente, lavoriamo tutta la settimana e basta. Comunque, molta gente ci rigrazia. Ivitiamo anche i ragazzini in studio che vogliono imparare a fare TV, si divertono molto."
DA  · 18 DIC, 2012 il manifesto  (SOSTENIAMOLO FINO ALLA FINE )
bè che dire...Buona Visione a tutti !!!
partigiano reggiano